La tradizione
vuole che la sua edificazione sia imputabile al Vignola, autore tra gli altri del
progetto di Palazzo Farnese a Caprarola. Il committente delle due opere è il
cardinale Alessandro Farnese che, nel caso della fontana, diede però l’incarico
all’architetto Antonio Gentili da Faenza.
La struttura
in arenaria si caratterizza per i tre cavalli marini o unicorni da cui sgorga l’acqua.
La chiesa,
dedicata ai santi Pietro e Caterina, venne edificato nel 1671 su progetto di Pietro
da Cortona e Carlo Rainaldi, completato nel 1695 e consacrato nel 1726.
Il campanile
risale ad epoca successiva, venne infatti eretto nel XVIII secolo su progetto di
Sebastiano Cipriani, artefice anche dell’orologio posto sul prospetto del
palazzo comunale.
L’interno
spicca per la sua ricchezza e per le preziose opere d’arte; alcune decorazioni
sono attribuite a Giulio Romano.
Da qualche
anno l’edificio custodisce le spoglie della Venerabile suor Mariangela Virgili (Ronciglione
1661-1734).
Originariamente
innalzato alla metà del XVI secolo, venne modificato nel 1744 e arricchito dall’orologio
disegnato dall’architetto Sebastiano Cipriani cui è attribuita anche la
realizzazione del campanile del Duomo.
Dal 1816 il
palazzo è sede dell’amministrazione comunale.
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La sua
edificazione in epoca medievale si deve ai Prefetti di Vico allo scopo di
difendere l’unico accesso naturale al borgo.
Dalla sua
edificazione l’edificio ha cambiato nei secoli molteplici proprietari tra i
quali si annoverano i Conti degli Anguillara, i Conti dei Della Rovere e dei
Farnese. Proprio sotto i Della Rovere, tra il 1475 e il 1480 l’edificio conobbe
significative trasformazioni volute da papa Sisto IV e per opera dell’architetto
fiorentino Giovanni Dolci che fece edificare il mastio circolare e le quattro
torri angolari da cui deriva il nome popolare della Rocca “I Torrioni”.
Della
chiesa, edificata probabilmente sui resti della più antica intitolata a san
Leonardo, rimane attualmente la sola struttura esterna e la torre campanaria
oltre a qualche elemento decorativo oggi abbandonato nell’area.
La sua
realizzazione si deve al maestro Galasto su commissione del conte Everso degli
Anguillara come testimoniato dallo stemma di cui rimane ancora traccia sul
prospetto.
La chiesa si
colloca ai margini del borgo, al limite dello sperone roccioso su cui sorge l’abitato.
Costruita nell’XI
secolo era originariamente intitolata a sant’Andrea per essere poi dedicata
alla Madonna nel 1742 in seguito al ritrovamento dell’immagine di una Madonna
con Bambino durante alcuni interventi di restauro. L’effige è attualmente
custodita nell’altare maggiore.